La paura delle decisioni (2^ parte)
Procrastinare è come utilizzare una carta di credito: ci si diverte molto fino a quando non arriva il conto
– Christopher Parker –
La vita ci obbliga continuamente, che lo vogliamo o no, a prendere decisioni e a fare scelte.
Attraverso le decisioni che prendiamo e le scelte che facciamo ci mettiamo costantemente in gioco, ci assumiamo la responsabilità della nostra esistenza e di quella di coloro che dipendono da noi. Da questa grande responsabilità derivano le paure connesse all’atto del decidere.
In questo articolo vediamo insieme le 5 forme più frequenti della paura del decidere, frutto dell’attività clinica del prof. Giorgio Nardone del Centro di Terapia Breve Strategica nonché di una profonda ed estesa disamina dei resoconti relativi al disagio da decisione e scelta di individui la cui professione comporta la presa di decisioni: leader, manager, responsabili di équipe mediche, imprenditori.
Ma quali sono queste 5 paure? Vediamole insieme.
Paura di sbagliare
È la forma più ricorrente. Il timore di commettere errori di valutazione o di prendere una decisione fuori tempo tiene il soggetto in uno stato di tensione.
Immaginiamo di essere nei panni di una donna che deve prendere la decisione di interrompere una gravidanza indesiderata, frutto di una relazione extraconiugale; dell’imprenditore che, a causa della crisi, deve licenziare parte dei suoi dipendenti, compresi quelli che lavorano con lui da più tempo; del partner tradito che deve decidere se interrompere o continuare la relazione.
Il più delle volte, ciò che rende la paura di prendere una decisione sbagliata un vero e proprio tormento non è la situazione in sé, ma la percezione da parte di chi deve prendere quella decisione.
La paura di sbagliare può manifestarsi su tre livelli:
- Paura lieve: indecisione costante, tempi prolungati nel prendere una decisione, ansia.
- Paura media: tempi prolungati prima di agire, ansia elevata, delegare agli altri la responsabilità della decisione
- Paura grave: evitamento, fuga dalla situazione di dover decidere, blocco del processo decisionale, attacchi di panico.
Paura di non essere all’altezza
La paura di non essere all’altezza ha molto a che fare con l’autostima, vale a dire con il concetto e l’idea che abbiamo di noi stessi e delle nostre capacità.
Ciò che si innesca è una lotta interiore, dove la persona si confronta con il proprio giudice interiore che tende a svalutarlo costantemente, mettendo in dubbio la fiducia nelle proprie risorse e capacità. Questo porta a delegare agli altri, quando possibile, la responsabilità delle scelte, soprattutto quelle importanti.
Un meccanismo paradossale che si innesca è quello dove la persona si impegna molto più degli altri con l’intento di dimostrare a se stessa il proprio valore. Il successo che riesce in tal modo ad ottenere grazie al suo impegno la espone al costante timore di non essere all’altezza dei compiti che si presentano, di volta in volta, sempre più impegnativi. Inoltre, grazie ai risultati che ottiene, riceve il riconoscimento e la stima degli altri, conducendola a ruoli di responsabilità sempre più elevati. Insomma, una sorta di gioco perverso.
La paura di non essere all’altezza può manifestarsi su tre livelli:
- Paura lieve: sensazione di ansia che porta la persona ad analizzare possibilità e rischi prima di prendere una decisione; tendenza a rimandare la decisione e organizzare al meglio le cose per limitare la possibilità di errore.
- Paura media: tendenza a delegare agli altri la responsabilità; ansia elevata che conduce a prendere la decisione all’ultimo momento se non addirittura in ritardo.
- Paura grave: vera e propria incapacità di decidere dovuta a dubbi e sfiducia in se stessi; si manifestano attacchi di panico con costante tendenza a delegare agli altri la responsabilità di decidere.
Paura di esporsi
La paura di esporsi si manifesta quando dobbiamo prendere delle decisioni e comunicarle agli altri, perché questo ci espone al giudizio altrui.
Spesso questa paura si manifesta quando dobbiamo parlale in pubblico, perché temiamo il manifestarsi di reazioni fisiologiche come il sudare, l’arrossire e/o di dimenticare il contenuto del nostro intervento a causa della forte emozione.
Questa forma di paura si manifesta anche con il considerare gli altri come una minaccia, come nemici pronti a colpire non appena intravedono il minimo segno di debolezza. Chi subisce questa paura tende ad essere diffidente, assumendo di conseguenza atteggiamenti difensivi, oppure cercando di convincere gli altri a fare ciò che lui vuole evitare di fare.
Un’aspetto che caratterizza chi soffre questa forma di paura è una grande capacità relazionale e diplomatica che lo porta a gestire in modo efficace gli altri, soprattutto quando si tratta di utilizzarli.
Anche in questo caso si verifica una situazione paradossale, dove la debolezza, il più delle volte tenuta nascosta e gestita, viene percepita dagli altri come capacità.
La paura di esporsi può manifestarsi su tre livelli:
- Paura lieve: tendenza ad evitare le situazioni nelle quali la persona dovrà esporsi. Nel caso in cui dovrà comunque affrontarle, le vivrà con grande ansia e stress.
- Paura media: viene messo in atto un evitamento quasi totale. Quando, però, evitare non è possibile, vi è un comportamento di iper controllo e pianificazione per limitare il più possibile i rischi connessi all’esposizione, il tutto accompagnato da una forte ansia e stress.
- Paura grave: totale incapacità di esporsi, anche nelle situazioni di convivialità quotidiana. La persona farà quindi di tutto per evitare. In questo caso l’ansia sfocia in veri e propri attacchi di panico.
Paura di non avere o di perdere il controllo
Questa forma di paura può essere considerata alla base di qualsiasi altra forma di paura legata al decidere.
In particolare, chi ne soffre tende a rivedere in modo ossessivo la correttezza dei propri processi decisionali, sia per accertasi della loro validità che per averne il totale controllo una volta presa la decisione, tuttavia è proprio l’analisi ossessiva di tutte le possibilità che potrebbero verificarsi a far emergere insicurezze e dubbi. Anche in questo caso si innesca un effetto paradosso, dove maggiore è il controllo, maggiore è la sensazione di perderlo.
Nei casi più gravi questo meccanismo porta a veri e propri blocchi decisionali, perché la persona resta nel loop di controllare e ricontrollare la propria decisine proprio per paura di non averne il controllo.
La paura di non avere o di perdere il controllo può manifestarsi su tre livelli:
- Paura lieve: tensione costante al fine di controllare situazioni e persone, con attacchi di ansia elevata.
- Paura media: Il processo decisionale è spesso rimandato se non addirittura invalidato. Quando la decisione viene comunque presa, è frutto di controlli ripetuti e compulsivi. Questo porta la persona a vivere in una perenne sensazione di ansia e di forte angoscia.
- Paura grave: In questi casi si manifesta una vera e propria incapacità decisionale, frutto di controlli compulsivi e attacchi di panico (siamo di fronte ad una paura patologica).
Paura dell’impopolarità
Questa forma di paura nasce dall’eccessivo bisogno di volersi sentire apprezzati o amati dagli altri. Al fine di ottenere tale risultato, la persona risulterà particolarmente apprezzata e amata proprio perché iper disponibile, sensibile e attenta ai bisogni altrui.
Immaginiamo ora la situazione nella quale la persona si trova costretta a prendere una decisione spiacevole, dove una delle parti sarà svantaggiata se non addirittura danneggiata. In questo caso, proprio perché rischierà di perdere la sua popolarità, si troverà ad assecondare le richieste di entrambe le parti, fino a quando arriverà il momento di dover prendere la tanto temuta decisione impopolare.
Di fronte a questo inevitabile epilogo i processi decisionali saranno ritardati o invalidati, e la decisione sarà presa con l’intento di arrecare il minor danno possibile all’immagine che si era creata e quindi al suo consenso. Tutto questo porterà inevitabilmente a scelte spesso fallimentari che avranno come conseguenza paradossale la perdita della tanto ricercata popolarità.
Come ci ricorda il prof. Nardone “l’equilibrio personale richiede di saper gestire in egual misura la relazione con gli altri, quella con se stessi e quella con il mondo delle regole sociali; è sufficiente che una sola di queste tre relazioni interdipendenti non funzioni bene per inficiare alche le altre due. In questo caso, lo sbilanciamento della relazione con gli altri rende disfunzionali la reazione con il sé e con il mondo, intrappolando la persona nel suo bisogno di compiacere ed essere confermata costantemente nella sua popolarità.
La paura dell’impopolarità può manifestarsi su tre livelli:
- Paura lieve: Difficoltà a prendere decisioni. Quando queste vengono comunque compiute saranno vissute con angoscia e forte ansia.
- Paura media: Tendenza a evitare o rimandare le decisioni, soprattutto quelle impopolari, con costante verifica del proprio gradimento da parte degli altri. Livello di ansia elevato con episodi di attacchi di panico.
- Paura grave: Tendenza a coinvolgere gli altri nelle scelte impopolari, al fine di delegare loro la responsabilità. Ricerca continua del consenso. Capacità decisionale bloccata con frequenti attacchi di panico.
Come abbiamo visto in questo articolo, la paura è influenzata dal modo in cui la persona, nel tentativo di gestirla o evitarla, struttura le proprie interazioni con gli altri e con il mondo esterno, vale a dire da ciò che la persona farà o non farà con la migliore delle intenzioni, ma che il più delle volte produce gli effetti peggiori, proprio quelli che la persona avrà in tutti i modi cercato di evitare.Riprendendo e riassumendo quanto sopra visto possiamo dire che la paura di decidere non è dipendente dalla decisione in se, ma da come questa viene percepita dalla persona.
Fate che la vostra mente agisca con decisione e seguitene le conseguenze. Nessun bene è mai stato fatto in questo mondo con l’esitazione
– Thomas Henry Huxley –
Ora tocca a te. Qual’è la paura che ti trovi a vivere più spesso quando devi prendere una decisione?
Ti aspetto al prossimo articolo!
Ricorda: Change your life. Fai della tua vita il tuo capolavoro.
(Bibliografia: “La paura delle decisioni” di Giorgio Nardone; “Oltre la Paura”, appunti personali; “La psicologia della Paura” Diario di incontri sul campo)