I 6 Stili della Leadership
Ci si chiede qual è la differenza tra un leader e un capo: il leader guida, il capo dirige.
– Teddy Roosevelt
• Cosa significa essere un leader?
• Quali sono le caratteristiche che un leader efficace deve avere?
• Essere Leader o Fare il Leader? Qual è la differenza?
Sono diversi gli studi effettuati su questo argomento e i contributi che persone autorevoli ed esperte hanno dato per chiarire quali sono gli stili di leadership più efficaci, e le caratteristiche che un leader autorevole deve avere.
Molti ancora pensano che conoscenze professionali ed esperienza in un determinato settore siano sufficienti per essere un buon leader, tralasciando però di considerare che per essere un leader efficace, e soprattutto per essere riconosciuto come tale, è necessario padroneggiare una serie di competenze.
In queso articolo ti spiego quali sono queste competenze, le stesse che Daniel Goleman, scrittore, psicologo e giornalista statunitense, padre della teoria della Emotional Intelligence ed autore del bestseller “Intelligenza emotiva” ha individuato nel corso delle sue numerose ricerche e studi in materia di Leadership.
Ma vediamo innanzitutto cosa intendiamo per Leadership
Lo stesso Daniel Goleman ci dona la seguente definizione di leadership:
La capacità di influenzare la gente, e aiutarla a lavorare meglio per raggiungere uno scopo finale in comune.
Goleman ha affrontato il tema della leadership collegandola all’intelligenza emotiva, vale a dire la capacità di riconoscere i propri sentimenti e quelli degli altri, di motivare se stessi e di gestire positivamente le proprie emozioni.
L’autore identifica 6 principali stili di leadership che ora andiamo insieme a conoscere:
Leader visionario:
Il leader visionario, secondo Goleman, condivide con il proprio team la Mission e la Vision.
Questo stile è particolarmente utile quando il team o l’azienda attraversano un momento di cambiamento, quando quindi c’è bisogno di una nuova direzione.
E’ efficace se applicato da un leader carismatico e sia sicuro di sé.
Leader coach:
Il coaching punta ad individuare le potenzialità delle persone, a farle emergere e metterle in campo, in modo da migliorare le performance del singolo e del gruppo. Inoltre lavora sui punti deboli, al fine di rafforzare quegli aspetti che inibiscono proprio le potenzialità.
Questo stile valorizza il team e rinforza sia le prestazioni eccellenti, che i comportamenti, soprattutto in termini di qualità.
Goleman afferma che l’efficacia di questo stile di leadership è legata alla presenza di lavoratori motivati, con una spiccata predisposizione a crescere professionalmente e dotati di spirito d’iniziativa.
Leader democratico:
Il leader democratico valorizza ogni collaboratore, crea un ambiente partecipativo, coinvolgendo ogni membro del team nelle decisioni da prendere, allenando il senso di responsabilizza e appartenenza per il raggiungimento di un obiettivo comune.
Il risultato è un miglioramento della produttività, soprattutto se il leader ha buone capacità comunicative. Il leader viene per questo identificato come “mentore saggio”.
Presupposti indispensabili sono un buon livello di affiatamento del team e le ottime capacità di comunicazione del leader.
Leader esigente:
Il leader esigente è focalizzato sull’obiettivo da raggiungere, a volte a discapito dell’empatia. Questo stile ama il successo ed esige perfezione e rapidità dai propri collaboratori.
Goleman, rispetto a questo stile, sottolinea il rischio di minare le dinamiche di gruppo, facendo emergere emozioni negative.
Per evitare che ciò accada il leader deve mettersi in gioco in prima persona e dare l’esempio. Di supporto saranno anche l’esperienza del leader e un buon livello di affiatamento del team.
Stile armonizzatore:
Questo stile di leadership si focalizza sulla relazione.
E’ un approccio che tende ad anticipare e ad evitare i conflitti tra i singoli componenti del team, lavorando di riflesso sulla gestione dello stress.
Questa tipologia di leadership richiede quindi ottime capacità relazionali e comunicative, e risulta particolarmente adatta in situazioni di crisi in cui la motivazione vacilla, con conseguente calo delle performance.
Stile autoritario:
Questo stile di leadership è quello che più si avvicina alla definizione classica del “capo”, il cui atteggiamento tende alla coercizione.
Il “capo” autoritario impone la propria vision, raramente ammette repliche e rifiuta categoricamente i fallimenti.
Goleman consiglia di adottare questo approccio definito ‘militare’ soltanto in casi di estrema emergenza, perché un approccio così rigido, autorevole e autoritario porta alla creazione di un clima teso e di un’atmosfera di insoddisfazione, controproducenti per la produttività.
Coloro che vogliono essere leader ma non lo sono dicono le cose. I bravi leader le spiegano. I leader ancora migliori le dimostrano. I grandi leader le ispirano.
Mi auguro che questo articolo ti sia stato utile, perché il tema della leadership riguarda sia l’ambito lavorativo, ma anche quello delle relazioni e del rapporto con i tuoi figli.
“Ma come posso applicare contemporaneamente questi 6 stile di leadership?”
Beh, quello che afferma Goleman è che il buon leader è in grado di applicare lo stile più idoneo in base alla situazione, con l’intento di superare le difficoltà e raggiungere il successo.
Ognuno dei 6 stili individuati da Goleman ha infatti sia punti di forza e vantaggi, sia punti deboli e svantaggi da tenere ben presenti.
Possiamo quindi dire che la formula vincente è racchiusa nella giusta elasticità mentale per adattarsi alle diverse situazioni.
Inoltre, ricorda che i vari tipi di leadership individuati da Goleman presuppongono un requisito fondamentale: una buona capacità di comunicazione.
La grandezza di una leadership si fonda su qualcosa di molto primitivo: la capacità di far leva sulle emozioni.
– Daniel Goleman