Come Cambiare le Credenze Limitanti

2^ parte
22 Set 2017

Come Cambiare le Credenze Limitanti (2^ parte)

//
Comments0

Impossibile è solo una parola pronunciata da piccoli uomini, che trovano più facile vivere nel modo che gli è stato dato, piuttosto che cercare di cambiarlo. Impossibile non è un dato di fatto. È un’OPINIONE. Impossibile non è una regola. È una SFIDA. Impossibile non è uguale per tutti. IMPOSSIBILE NON È PER SEMPRE… Impossible is Nothing.
Spot della Adidas

•Perché pensare che ciò che è successo una volta debba succedere di nuovo?
• Perché non imparare a dirsi “questa volta farò in modo che vada diversamente”?
• Perché non capire cosa non ha funzionato e come modificare le nuove azioni?

Qualche giorno fa abbiamo visto cosa sono le convinzioni limitanti e le caratteristiche che le contraddistinguono. In questa seconda parte vediamo il modo in cui si formano e alcune utili strategie per poterle ristrutturare e sostituire.

I Tarahumara

foto

«È il popolo più gentile, più felice e più forte della terra». A raccontarci la storia dei Tarahumara nel libro «Born to Run» (Mondadori) è Christopher McDougall, giornalista americano e maratoneta dilettante.

«Prima di una gara non si allenano, non fanno stretching né riscaldamento. Passeggiano fino alla linea di partenza ridendo e scherzando…..e poi corrono come indemoniati per le successive quarantott’ore».

Insomma, questi formidabili corridori sono un mistero e sono l’invidia di qualsiasi maratoneta, campioni africani compresi.

I Tarahumara riescono a percorrere oltre 300 km al giorno correndo. Quando gli studiosi gli hanno chiesto come fanno, loro hanno risposto: “corriamo fino a quando non siamo arrivati a destinazione”, e la cosa più sorprendente è la naturalezza con cui vivono ciò.

Il segreto? I Tarahumara semplicemente “sanno” che quello che loro compiono è possibile, e così lo fanno. Ciò che per molti è ritenuta una cosa incredibile, per loro è naturale. Hanno un concetto dell’impossibile “fuorviato”.

Esercizio:

Identifica ciò che ritieni impossibile:

  1. Scrivi 3 cose che consideri impossibili da realizzare
  2. Metti in dubbio questo concetto chiedendo a te stesso:
    – “E se queste credenze fossero sbagliate?”
    –  “Se fosse invece possibile realizzarle?”
  3. Fai qualcosa che credevi impossibile fare. Questo destabilizza la tua credenza, facendo vacillare la convinzione dell’impossibilità.

Secondo alcuni autorevoli testi di tecnica di aeronautica, il calabrone non può volare, a causa della forma e del peso del proprio corpo in rapporto alla superficie alare. Ma il calabrone non lo sa e perciò continua a volare.
Igor Ivanovic Sikorsky

Come si formano le credenze

Alcuni traumi hanno un grande impatto sulla nostra vita e sul nostro modo di pensare e di vivere. Se col passare del tempo questi traumi conservano la loro forza è perché siamo noi a tenerli in vita, come afferma lo Psicoterapeuta Raffaele Morelli in un suo libro dal titolo “Nessuna ferita è per sempre”. Leggere questi momenti ci aiuterà a comprenderli e a valutarli per quello che sono stati: esperienze spesso isolate. In questo modo sarà più semplice lasciarli andare.

Conoscere la provenienza delle nostre credenze è utile per prendere consapevolezza di ciò che le ha determinate e di come si sono formate, al fine di poterle sostituire con credenze più utili. Quindi, il primo fondamentale passo da compiere è prendere consapevolezza della loro esistenza per poi decidere di agire per cambiarle, perché, ricordiamo che:

Le cose non cambiano da sole, bisogna fare qualcosa per poterle cambiare.

Tra i vari fattori che determinano la formazione delle nostre credenze, troviamo:

Ambiente: l’ambiente in cui cresciamo e in cui interagiamo, quindi gli stimoli e i condizionamenti che riceviamo, e ciò che osserviamo attorno a noi;

Risultati ottenuti: le nostre credenze si formano anche in base ai successi e ai fallimenti del passato;

Eventi: alcuni eventi del nostro passato che ci hanno segnato profondamente.

Una credenza quindi è un’idea che ci facciamo, supportata da alcune referenze (es. esperienze, risultati, esempi) che contribuiscono a cristallizzare in noi quell’idea, trasformandola in credenza.

Da cosa dipendono le credenze?

1. L’intensità emozionale che percepiamo riguardo a queste referenze;

2. Il numero di referenze che abbiamo. Per poter modificare le credenze limitanti dobbiamo prima eliminare ciò che le sostiene e le mantiene in vita, e poi creare delle nuove referenze. La buona notizia è che le referenze possono anche essere inventate; con abbastanza intensità emozionale e ripetizione, il nostro sistema nervoso prova qualcosa di reale anche se ciò non è mai successo. Se riesci a sviluppare quell’assoluto senso di certezza che le credenze potenzianti offrono, allora puoi veramente raggiungere ogni risultato.

Il mistero dell’elefante

ELEFANTE

Quando ero piccolo adoravo il circo, ero attirato in particolar modo dall’elefante che, come scoprii più tardi, era l’animale preferito di tanti altri bambini. Durante lo spettacolo faceva sfoggio di un peso, una dimensione e una forza davvero fuori dal comune… ma dopo il suo numero, e fino ad un momento prima di entrare in scena, l’elefante era sempre legato ad un paletto conficcato nel suolo, con una catena che gli imprigionava una delle zampe. Eppure il paletto era un minuscolo pezzo di legno piantato nel terreno soltanto per pochi centimetri. E anche se la catena era grossa, mi pareva ovvio che un animale del genere potesse liberarsi facilmente da quel paletto e fuggire.

Che cosa, quindi, lo teneva legato?

Chiesi in giro, a tutte le persone che incontravo, di risolvere il mistero dell’elefante; qualcuno mi disse che l’elefante non scappava perché era ammaestrato… allora posi la domanda ovvia: “se è ammaestrato, perché lo incatenano?”. Non ricordo di aver ricevuto nessuna risposta coerente.

Con il passare del tempo dimenticai il mistero dell’elefante e del paletto. Per mia fortuna qualche anno fa ho scoperto che qualcuno era stato tanto saggio da trovare la risposta: “l’elefante del circo non scappa perché è stato legato a un paletto simile fin da quando era molto, molto piccolo”.

Chiusi gli occhi e immaginai l’elefantino indifeso appena nato, legato ad un paletto che provava a spingere, tirare e sudava nel tentativo di liberarsi, ma, nonostante gli sforzi, non ci riusciva perché quel paletto era troppo saldo per lui, così, dopo vari tentativi, un giorno si rassegnò alla propria impotenza.

L’elefante enorme e possente che vediamo al circo non scappa perché crede di non poterlo fare: sulla sua pelle è impresso il ricordo dell’impotenza sperimentata e non è mai più ritornato a provare… non ha mai più messo alla prova di nuovo la sua forza… mai più! (Tratto dal racconto di Jorge Bucay)

Quante volte anche noi ci trasciniamo nella vita credendo di non poter fare una o più cose, semplicemente perché una volta, un pò di tempo fa, ci avevamo provato ed avevamo fallito, e da allora sulla pelle abbiamo inciso “non posso e non potrò mai”. Per avere successo, darci la possibilità di riuscire e cogliere le opportunità che si presentano, occorre liberarsi delle vecchie paure, lasciare andare le convinzioni limitanti e abbandonare le strategie inefficaci.

Possiamo davvero vivere la vita che desideriamo?

Non si possono cambiare i fatti avvenuti, ma si possono cambiare le convinzioni. Ognuno di noi ha incontrato momenti di difficoltà, battute d’arresto, delusioni, sconfitte, fallimenti, e a volte anche disperazione. Per riuscire a realizzare la vita che desideriamo ci sono delle regole da seguire, azioni da compiere e atteggiamenti da assumere. Vediamo i più importanti:

  • Avere obiettivi chiari e ben definiti;
  • Strutturare un piano d’azione dettagliato;
  • Individuare strategie efficaci;
  • Mantenere una elevata motivazione;
  • Essere perseveranti e tenaci;
  • Mettere in atto la resilienza;
  • Avere fiducia in se stessi;
  • Agire con entusiasmo e passione;

A questo elenco dobbiamo però aggiungere un ulteriore ingrediente, essenziale per poter far funzionare tutti gli altri: avere convinzioni potenzianti che ci sostengono, proprio come le gambe di un tavolo, volendo utilizzare una metafora coniata di Anthony Robbins.

Robbins

Vediamo quindi come procedere:

Una tecnica particolarmente utile ed efficace è quella creata proprio da Anthony Robbins, uno dei massimi esperti mondiali in ambito Coaching e nella Psicologia del Cambiamento. Vediamo in cosa consiste:

1. Individua una convinzione limitante che vuoi cambiare;

2. Ora domandati:
– Quanto dolore ti costa avere questa convinzione?
– Quanto ti costa in termini economici, di relazioni, di salute?
– Quanto ti costerà?

Associa più dolore possibile alla convinzione che vuoi cambiare. Secondo Anthony Robbins il piacere e il dolore sono le due leve che muovono la nostra vita.

3. Metti in dubbio la convinzione che vuoi cambiare, ponendoti alcune domande:
– Da dove proviene questa convinzione?
– E’ frutto delle tue considerazioni o ti è stata trasmessa da qualcun altro?
– In passato hai sempre avuto questa convinzione?
– Esiste qualche tua esperienza che contraddice questa convinzione?

Ricorda che una convinzione è una sensazione di certezza su qualcosa o qualcuno, se la metti in dubbio fai vacillare le gambe su cui appoggia, in quanto andrai a destabilizzare la configurazione neurologica su cui si basava la vecchia convinzione, destrutturando il vecchio schema

4. Crea ora una nuova convinzione potenziante, scegliendo di credere a qualcosa di diverso rispetto alla tua credenza limitante.

Ricorda che se vuoi eliminare una convinzione, devi necessariamente sostituirla con un’altra. Un suggerimento è quello di creare una convinzione che non sia completamente opposta a quella limitante (ad esempio, se la vecchia convinzione era: “Sono un fallito”, invece di ripeterci: “Sono un uomo di successo”, potremmo iniziare con il dirci: “Ogni giorno raggiungo sempre più facilmente i miei obiettivi”). In questo modo incontreremo meno resistenze inconsce e il nostro sistema sarà più disposto ad accettare il cambiamento, perché lo percepirà maggiormente fattibile.

5. Associa adesso una grande sensazione di piacere alla nuova convinzione. Puoi aiutarti ponendoti alcune domande:
– Che cosa ti farà ottenere questa nuova convinzione?
– Come ti sentirai quando avrai raggiunto il tuo obiettivo?
– Come sarà la tua vita?
– Quale sarà l’immagine che avrai di te stesso?
– Quale contributo porterà alle persone che ami?

Ricorda: più intenso sarà il piacere che riuscirai ad associare, più facile sarà il processo di cambiamento, perché il tuo inconscio sarà maggiormente coinvolto.

6. Crea delle conferme richiamando alla mente tutte le esperienze in cui sei riuscito a raggiungere ciò che ti eri prefissato, per quanto piccole fossero. Quello di cui hai bisogno è sapere = creare conferme che in passato sei già stato in grado di farcela.

7. Elimina anche simbolicamente le vecchie convinzioni. Prendi il foglio dove avevi scritto la convinzione limitante e strappalo o accartoccialo e buttalo via, oppure brucialo. Questo gesto darà un ulteriore forte messaggio alla tua mente, per consolidare il lavoro fatto.

Ricorda:

La cosa più importante è agire, e non avere fretta. I tempi per ottenere risultati concreti e duraturi sono soggettivi. Potranno volerci solo poche ore, giorni o settimane. In ogni caso noterai fin da subito che qualcosa è cambiato in te.

Ti auguro un Buon Lavoro e un Felice Cammino verso la tua libertà personale.

La regola divina:
è impossibile che qualcosa sia impossibile.
Urszula Zybura