Resilienza: la capacità di rialzarsi, di persistere, di vincere.
Non è forte chi non cade, ma chi cadendo ha la forza di rialzarsi
Jim Morrison
• Come consideri le difficoltà e le sconfitte che incontri: ostacoli oppure opportunità?
• Come affronti le situazioni impreviste e/o i cambiamenti importanti e repentini?
• In generale senti di possedere un ampio margine di controllo sulla tua vita o ti senti in balia delle situazioni e degli eventi?
• Quale caratteristica distingue le persone di successo, i grandi campioni, coloro che hanno fatto la differenza?
Ciò che non ti uccide ti rende più forte.
Friedrich Nietsche
Innanzitutto vediamo cosa intendiamo con il termine Resilienza:
Il termine resilienza è stato mutuato in origine dalla metallurgia ed indica la capacità che hanno alcuni materiali di conservare la propria struttura e di riacquistare la forma originaria dopo essere stati sottoposti a schiacciamento o deformazione.
In psicologia la resilienza indica la capacità di far fronte in maniera positiva a eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà, restando aperti alle opportunità che la vita offre.
Si può quindi concepire la resilienza come una funzione psichica che si modifica nel tempo in rapporto all’esperienza, al vissuto e, soprattutto, al modificarsi dei processi mentali, di percezione e lettura degli aventi in primis, che ad essa sottendono.
Lo psicologo Pietro Trabucchi definisce la resilienza psicologica come
“la capacità di persistere nel perseguire obiettivi sfidanti, fronteggiando in maniera efficace le difficoltà e gli altri eventi negativi che si incontreranno sul cammino.”
In senso etimologico Resilienza deriva dal latino:
– resiliens -entis, part. pres. di resilire «rimbalzare»
Pensiamo all’acciaio armonico, un metallo molto resistente e al tempo stesso molto flessibile e resiliente, in quanto lo puoi piegare senza per questo riuscire a spezzarlo, fino a riportarlo alla sua forma iniziale; con l’acciaio armonico si producono le molle.
A questo proposito un simpatico ed efficacissimo esercizio è quello di immaginare di far rimbalzare le situazioni della vita.
Esercizio:
Quando ti trovi in una situazione particolarmente stressante, immagina quindi di far rimbalzare lo stress, o la situazione stressante, proprio come farebbe una molla. In questo modo riuscirai più facilmente a prendere la distanza dalla situazione e, distaccandoti da essa anche solo di un poco, riuscirai a valutarla in modo più obiettivo.
Un altro significato che possiamo dare al termine Resilienza è quello di ‘saltare’ nel senso di risalire. In questo caso l’immagine che viene proposta è quella di “risalire sulla barca capovolta dalla forza del mare agitato”, metafora per indicare le volte in cui siamo sopraffatti (capovolti appunto) dalle difficolta che incontriamo nella nostra vita.
Il successo non è mai definito, il fallimento non è mai fatale; è il coraggio di continuare che conta.
Winston Churchill
Chi sono le persone Resilienti?
Possiamo definire persone resilienti quelle che di fronte a situazioni difficili e avverse riescono, spesso a dispetto di tutte le previsioni, a:
- far fronte alle contrarietà;
- dare nuovo slancio alla propria vita;
- porsi nuovi obiettivi e perfino a raggiungere mete importanti;
- trasformare le difficoltà in opportunità;
- riprendersi dopo un evento traumatico;
- abbracciare e sostenere il cambiamento;
- restare motivati;
- mantenere la fiducia nelle proprie capacità e potenzialità.
La persona “resiliente” può essere considerata quella che ha avuto uno sviluppo psicoaffettivo e psicocognitivo sufficientemente integrati, sostenuti dall’esperienza, dalla possibilità di giudicare sempre non solo i benefici, ma anche le interferenze emotivo-affettive che si realizzano nel rapporto con gli altri.
Fin dalla giovane età essere allenati alle “piccole” frustrazioni (i no che riceviamo dai nostri genitori, il confronto con i coetanei, le prime delusioni e sconfitte che incontriamo) sono preziose opportunità per allenare la nostra capacità di resilienza.
Lo sapevi che…
La resilienza è una caratteristica insita in ogni essere umano.
Fin dai tempi antichi gli esseri umani hanno dovuto fronteggiare situazioni avverse. Si pensi ad esempio ai nostri antenati che dovevano procurarsi il cibo in un ambiente fortemente ostile e in condizioni estremamente difficili. Oppure alle innumerevoli guerre, carestie e calamità che hanno caratterizzato la storia dell’umanità.
Il fattore che ha permesso, quindi, all’uomo di sopravvivere è stato proprio la sua capacità di “resistere” e di superare ogni sorta di difficoltà. Potremmo quindi dire che l’essere umano è “programmato” per fronteggiare e superare le difficoltà che incontra nella vita, siano esse di natura interna che di natura esterna.
Tu sei un eroe.
Perché? Non ho salvato nessuno.
Ogni volta che cadi ti rialzi da solo. Hai salvato te stesso milioni
di volte e non te ne sei mai accorto.
I fattori protettivi della Resilienza:
Gli psicologi, più che di fattori protettivi, preferiscono parlare di “processo protettivo” della resilienza, cioè della modalità con cui i fattori protettivi favoriscono il verificarsi di buoni risultati in situazioni difficili.
Una importante premessa è sottolineare l’importante ruolo che gioca il “sentimento di impotenza”, in quanto, lo stesso aumenta la possibilità di passare da una disgrazia all’altra (Rutter 1985) perché porta la persona ad assumere un atteggiamento passivo e rinunciatario.
Inoltre, Werner e Smith hanno sottolineato come il sentimento di fiducia che le avversità possano essere superate, sia la condizione necessaria affinché le persone mettano in atto quei meccanismi psicologici adattativi (coping) per fronteggiare le situazioni potenzialmente stressanti o pericolose. In modo particolare è la presenza di quello che viene definito “Locus of control” (luogo di controllo) interno che alimenta la fiducia nelle proprie capacità di influenzare gli eventi.
Tra i principali fattori protettivi della resilienza troviamo quindi:
- Autonomia;
- Capacità di problem solving;
- Capacità di porsi obiettivi e di sapere perseguirli;
- Buona intelligenza;
- Buona disposizione alle relazioni;
- Buon sostegno affettivo da parte della famiglia e degli amici;
- Legame profondo con i figli durante l’infanzia;
- Adeguata soddisfazione dei bisogni;
- Allenamento alla frustrazione sin da piccoli (limiti e regole sane);
- Aspettative adeguate sia personali che da parte delle figure educative.
Non importa quante volte cadi, ma quante volte cadi e ti rialzi
Vince Lombardi
I fattori di rischio della Resilienza:
Secondo gli studiosi, tra i fattori di rischio che espongono a una maggiore vulnerabilità agli eventi stressanti, diminuendo la resilienza, troviamo:
- Scarsa autostima;
- Scarso attaccamento alla famiglia; • Aspettative inadeguate;
- Rabbia e aggressività;
- Malattie mentali;
- Isolamento sociale;
- Frequenti e forti liti familiari;
- Povertà;
- Assenza del padre;
- Abusi;
- Scarsa attenzione ai bisogni da parte delle figure di riferimento;
- Mancanza di aiuto esterno;
- Presenza di bullismo;
- Alta competitività.
Caratteristiche delle persone resilienti:
Secondo Bernard, le caratteristiche delle persone resilienti riguardano essenzialmente 5 aspetti:
1. Autonomia:
L’autonomia si compone a sua volta delle seguenti caratteristiche:
- Autoefficacia: consapevolezza di sapersi porre obiettivi e di raggiungerli;
- Autostima: valutazione positiva di sé e delle proprie capacità;
- Motivazione: la spinta, interiore ed esteriore, ad agire;
- Locus of control: luogo di controllo, ovvero riconoscersi la responsabilità personale di quanto accade;
- Speranza: propensione a considerare l’evento stressate come circoscritto, restando fiduciosi nel buon esito delle situazioni e di un futuro positivo;
- Ristrutturazione cognitiva: capacità di modificare il nostro modo di considerare, di leggere l’evento, trovando nello stesso elementi positivi.
2. Propositi e 3. futuro:
Queste due caratteristiche si articolano a loro volta in:
- Motivazione: trovare gli stimoli per agire;
- Aspettative: attese realistiche;
- Tenacia: persistenza nel perseguire gli obiettivi;
- Obiettivi chiari: porsi obiettivi in linea con le proprie potenzialità, valori e aspirazioni;
- Speranza: fiducia nel futuro;
- Desiderio di sapere: aumentare le proprie competenze.
4. Problem solving:
Che comprende:
- Creatività: produrre idee nuove, adottare nuovi punti di vista, utilizzare intuizione e immaginazione;
- Pensiero critico: analizzare aspetti negativi e positivi di sé stessi, capacità di individuare ostacoli e opportunità per affrontare le situazioni e perseguire gli obiettivi;
- Progettualità: stabilire obiettivi e attuare strategie per raggiungerli.
5. Abilità Sociali:
Fanno parte delle abilità sociali:
- Empatia: capacità di entrare in contatto con le emozioni dell’altro;
- Capacità comunicative: saper ascoltare in modo attivo, comunicare in modo assertivo;
- Umorismo: facoltà e capacità di percepire gli aspetti più curiosi, incongruenti e divertenti della realtà;
- Flessibilità: capacità di confrontarsi, di adattarsi e adeguarsi;
- Responsabilità: assumersi le conseguenze delle proprie azioni.
E’ sperare la cosa più difficile.
La cosa più facile è disperare, ed è la grande tentazione.
Charles Peguy
Fattori che minano le Resilienza:
Diversi sono i fattori da evitare che minano, al contrario, la nostra
capacità di sere resilienti:
- Autocommiserassi;
- Convincersi che sia impossibile raggiungere gli obiettivi;
- Focalizzarsi sugli aspetti negativi;
- Resistere ai cambiamenti che la vita ci propone;
Se guardiamo al circuito dello stress, ci accorgiamo che l’evento negativo (stressor) passa attraverso la valutazione cognitiva per determinare la reazione emozionale, che a sua volta genera una risposta fisiologica e una risposta comportamentale.
La valutazione cognitiva è dunque il modello attraverso il quale interpretiamo gli eventi. “Il bicchiere resta comunque quello che è”, dipende da ciascuno di noi vederlo mezzo pieno o mezzo vuoto. Da tale visione è determinata la nostra risposta in termini di emozioni, fisiologia e comportamento.
Potremmo dunque affermare che Resilienza è:
“trasformare la parola difficoltà in opportunità.”
Spesso le opportunità sono solo camuffate da difficoltà, dobbiamo solo imparare a leggerle.
Come fare, dunque, a sviluppare un alto grado di Resilienza?
La Resilienza è quindi sia una caratteristica, poiché presente in ognuno di noi, sia una capacità, in quanto può essere sviluppata e incrementata.
I problemi e le difficoltà che incontriamo acquisiscono importanza per ciò che sono, ma anche per come noi li consideriamo. Ecco dunque che la resilienza può essere allenata attraverso alcuni passaggi:
- Soddisfazione dei bisogni;
- Cura di Sè;
- Focus sugli aspetti positivi;
Un semplice e pratico esercizio per dare una lettura diversa a quanto ci troviamo ad affrontare e porci in un atteggiamento proattivo e resiliente, consiste nel sostituire domande del tipo:
- Perché capitano tutte a me?
- Cosa avrà mai fatto di male?
- Perché la vita ce l’ha con me?
con domande più produttive ed evolutive, quali:
- Quale significato ha questa situazione?
- Qual’è l’insegnamento che posso trarne?
- Cosa posso fare per superarla?
- Di quali risorse ho bisogno?
- Chi potrebbe aiutarmi?
Il mondo ci spezza tutti quanti, ma solo alcuni diventano più forti là dove sono stati spezzati
Ernest Hemingway
Una tecnica molto utile per sviluppare la Resilienza è quella di Albert Ellis, denominata “ABCDE”.
Questa tecnica ci aiuta a prendere consapevolezza del fatto che il nostro comportamento e le nostre reazioni di fronte ad eventi negativi non dipendono direttamente dagli eventi, ma dalla nostra valutazione degli stessi.
L’acronimo ABCDE sta per:
- A. Adversity (evento negativo)
- B. Beliefs (valutazione negativa) il risultato delle nostre convinzioni e credenze, ciò che viene definita valutazione cognitiva;
- C. Consequences (reazione emozionale) come conseguenza della lettura e del significato dell’evento;
- D. Discussion (messa in discussione) delle nostre convinzioni e credenze;
- E. Effects (effetti) della nostra messa in discussione e della sostituzione con nuove convinzioni potenzianti.
La cosa davvero potente di questa tecnica è la presa di coscienza che esiste un punto B (Beliefs), cioè un pensiero, una convinzione o credenza, vale a dire un filtro cognitivo, che collega l’evento A (Adversity) alla risposta C (Consequences).
Non ti arrendere mai
neanche quando la fatica si fa sentire, neanche quando il tuo piede inciampa, neanche quando i tuoi occhi bruciano, neanche quando i tuoi sforzi sono ignorati, neanche quando la delusione ti avvilisce, neanche quando l’errore ti scoraggia, neanche quando il tradimento ti ferisce, neanche quando il successo ti abbandona, neanche quando l’ingratitudine ti sgomenta, neanche quando l’incomprensione ti circonda, neanche quando la noia ti atterra,
neanche quando tutto ha l’aria del niente, neanche quando il peso del peccato ti schiaccia… Invoca il tuo Dio, stringi i pugni, sorridi… e ricomincia!San Leone Magno