L’intento Positivo. Vedere il meglio in nostro figlio
Intento negativo
PAPA’: “Luca, dai la mano a tuo fratello mentre attraversiamo la strada.”
LUCA: “Non voglio.”
Marco, il fratello più piccolo, tende la mano verso Luca che prontamente ritrae la sua.
Marco gliela afferra e Luca, per tutta risposta, dà un pugno a Marco.
LUCA: “Non voglio darti la mano.”
PAPA’: “Luca, che cosa stai facendo? Ti sembra bello dare un pugno a tuo fratello? Smetti subito di fare il prepotente e datevi immediatamente la mano.”
Luca afferra la mano di Marco e la stringe così forte da far piangere il fratellino.
PAPA’: “Adesso ne ho abbastanza. Luca, quando arriviamo a casa non potrai guardare la tv. Ora datti una regolata, altrimenti ti proibirò anche di uscire per tutta la settimana.”
Intento positivo
PAPA’: “Luca, dai la mano a tuo fratello mentre attraversiamo la strada.”
LUCA: “Non voglio.”
Marco, il fratello più piccolo, tende la mano verso Luca che prontamente ritrae la sua.
Marco gliela afferra e Luca, per tutta risposta, dà un pugno a Marco.
LUCA: “Non ti voglio dare la mano.”
PAPA’: “Oh, Marco, chissà che male ti ha fatto Luca, quando tu stavi solo facendo quello che ti avevo chiesto. Dì a Luca: “Quando mi picchi non mi piace. Smettila!” (Questo insegna a Marco ad essere assertivo). Luca, volevi attraversare la strada senza dare la mano e volevi che Marco lo capisse (Questo fa vedere a Luca che il papà ha visto il suo intento positivo). Marco non ti ha ascoltato, e tu ti sei arrabbiato, dandogli un pugno. Non puoi picchiare tuo fratello, così gli fai male. Se qualcuno non ascolta le tue parole, chiedi aiuto (Questo offre informazioni utilizzabili). Ti aiuterò a trovare una soluzione diversa, più rispettosa del picchiare (Questo insegna a Luca la Consapevolezza delle sue azioni e la possibilità di cambiarle). Mentre attraversiamo la strada è importante tenerci per mano per non correre rischi e aiutarci a vicenda.
Marco, stringimi la mano destra e tu, Luca, prendimi la mano sinistra.”
Le scene sopra descritte mostrano le due modalità in azione.
L’intento positivo si basa sul ricercare la migliore intenzione che si cela dietro ogni azione, parola e persino silenzio. Questo, in particolar modo, quando abbiamo a che fare con i nostri figli. I bambini fanno spesso fatica a gestire le loro emozioni. Sono molto fisici e di conseguenza, in talune situazioni, tendono a reagire in modo eccessivo, inappropriato o apparentemente poco amorevole.
L’intento positivo si basa sull’amore. Dobbiamo sapere che i bambini, al fine di essere disposti a collaborare, devono sentirci come loro alleati. Vedere il meglio nei nostri bambini, evoca e stimola il meglio in loro. Aumenta il loro senso di Valore Personale, indipendentemente dal comportamento che possono aver messo in atto.
Etichettare nostro figlio con termini del tipo: “Sei uno stupido. Sei egoista. Sei testardo come tuo padre..” non solo li mantiene in quel comportamento, ma, cosa ancora più grave, mina il concetto e il valore di Sé.
Facendogli sapere e “sentire” che siamo lì per insegnare e guidare, non per punire o umiliare, ci poniamo in sintonia con lui, creiamo un clima di sicurezza in cui il bambino sarà disposto ad imparare volentieri, e lo incoraggiamo a vedere a sua volta il meglio in se stesso.
Inoltre, lo aiuta a gestire e ad accogliere le diversità, preferendo la via della collaborazione e dell’empatia, a quella dello scontro e del giudizio.
Al contrario, l’intento negativo mira a far sentire in colpa nostro figlio, focalizzando l’attenzione su ciò che fa di sbagliato, se non addirittura su ciò che “ha” di sbagliato, evidenziando difetti caratteriali che se giudicarti e sottolineati, possono minare il concetto che ha di Sé.
In tutto questo, la cosa più triste, altre a quella di rinunciare alla possibilità di donargli quella consapevolezza e quegli strumenti necessari per gestire relazioni sane e produttive, perdiamo la capacità di raggiungere la persona che più amiamo: nostro figlio.